In via d’estinzione

Ancora due minuti e soffoco su sto tram dell’ora di punta, mi sfilo la maschera per respirare, spero nessuno mi noti, spero che l’assurdità della situazione non crei preallarmi.Un bambino mi squadra e ride tirando il braccio alla mamma, signora non guardi che è meglio per tutti, con tutto l’odio che c’è le fai abbassare lo sguardo, capisce che hai una missione.

Non ho sbagliato ad usare le persone singolari, siamo in due, le coppiette danno meno nell’occhio e, per portare a termine il compito per cui fummo forgiati, l’anonimato è ciò che può determinare il successo o il fallimento. Sotto la maschera paventiamo due fazzolettoni verde lega, perchè noi ce l’abbiamo duro.

Arriva la fermata prestabilita, mando affanculo il bambino, gli faccio pam pam con le dita e lui piange, generazione di smidollati. é per dare una lezione a loro che abbiamo avuto l’idea di questa tragicomica messinscena, ma non lo sapranno mai, penseranno sicuro che eravamo semplicemente folli. Come se fosse semplice.

Le maschere ben calcate sul volto, le mani nelle tasche di pelo, un po’ goffi avanziamo tra la gente, calamitando l’attenzione ci creiamo un corridoio tra la folla di giornalisti e perdigiorno radunatisi in piazza san Babila. Ed è lì, nel mezzo dell’odiata massa, il nostro obiettivo, le dita nervose a stringere il metallo nascosto dal costume, sembriamo innocui: nessuno crederà di aver assistito ad un esecuzione. Due spari veloci senza silenziatore. Corona cade giustiziato da due panda con un fazzolettone della lega bene in mostra.

Dicono che ci sia silenzio dopo uno sparo, dopo due c’è un inferno: grida, confusione, qualche applauso, poi solo il canto delle sirene. Non speravamo di fuggire, la nostra azione dimostrativa era solo agli inizi. L’ultimo sacrificio era appena cominciato quando ci immobilizzarono e ci portarono via tra le ovazioni manifeste di giubilo degli astanti.

La polizia tutto sommato ci trattò bene, ci lasciarono le maschere fin dentro la questura dove, una volta tolte, ci ringraziarono personalmente per aver punito quella capra di Corona anche da parte loro. Riuscimmo a stento a mantenere l’anonimato indispensabile per completare la nostra battaglia.

Ancora in costume ci scortarono nei sotterranei angusti, dove sapevamo che avremmo incontrato l’innocente Azouz, incarcerato ingiustamente, a cui dimostrammo la nostra solidarietà ammazzandolo di botte e infilandogli i suoi stessi talloni nel culo. Quel maiale guaiva come se gli piacesse, solo quando si accorse che non c’erano telecamere a cui poter vendere le sue lacrime e idioti a cui vendere cocaina si arrese e gridò “vivrò per sempre nelle pagine del mio libro”.

La ferocia con cui i due si accanirono nel torturare quel verme palesò agli inquirenti che il vero obiettivo era proprio il secondo e ciò venne messo agli atti, ad aggravare la già contestata premeditazione. Il giorno dei processi fuori dal foro v’era una folla in delirio ad acclamare i due panda che, accusati di terrorismo verde misto ad estremismo ambientalista e ad un enorme senso di giustizia, si sarebbero difesi ricorrendo a perizie psichiatriche che avrebbero genialmente falsato.

Ma il loro dovere era pagare per l’inazione e l’apatia del volgo, loro erano solo un’emanazione del Grande Capro Espiatorio, avevano fatto quel che andava fatto ed intendevano andare fino in fondo. La lega in tutta questa faccenda non ci faceva una grande figura, e i politici colsero la palla al balzo per mettere al bando quella massa di esaltati potenzialmente pericolosi che ce l’hanno molto duro, forse troppo.
Il fanatismo di questi due antieroi moderni venne esternato dal più attraente dei due (gli eroi son tutti giovani e belli) al grido di “bruciate i loro libri, porco dio!”

P.S. a tutti coloro che si dovessero chiedere perchè io condanni le persone di merda e i loro libri a priori senza averli letti, un cordiale fanculo.
 
-schermaschera-

 

 

 

 

 
pensa che il panda è un animale talmente stupido che mangia solo bambù pur non riuscendo a digerirlo; poi sta tutto il giorno disteso coi crampi allo stomaco e non è in grado neppure di trombare. Questo è il motivo per cui il panda rischia l’estinzione. E nonostante tutto è comunque un essere più intelligente di Corona…

14frusno on gennaio 11, 2008 said:
pare inoltre che l’avvocato di uno dei due panda abbia dichiarato che un paio di centinaia di famiglie del lecchese accoglierebbero di buon grado in casa propria i due esseri in via d’estinzione più amati degli ultimi decenni in caso di arresti domiciliari accordati

di queste famiglie, il 199 lo fanno per ragioni puramente sessuali o di notorietà, la restante perchè ha una piantagione di bambù sul retro della casa e non saprebbe che altro farsene

Per chiarire: il Giornale di Lecco ha lanciato un sondaggio
Ospiteresti Azouz a casa tua?
questa è una simpatica mail di commento…
Egregio direttore Ferrario,
mi dispiace fare notare come il vostro sondaggio sia incompleto non indicando esplicitamente quale sia il vero pensiero dei lecchesi in merito alla possibilità che Mr. Azouz possa essere accolto in una delle nostre case.
Per esempio le opzioni potrebbero essere:
1)si per poterlo gonfiare di botte.
2)no perchè lo secco sull’uscio.
3)no non merita i domicilari.
4)no casa sua è la Tunisia
5)si ci ho anche fatto una figlia che vorrei avesse un padre
….
Sarebbe stato molto interessante.
Nel caso in cui riusciste a sapere l’indirizzo della fortunata famiglia che lo accoglierà in casa sua, rendetelo pubblico che tante persone come me sarebbero felici di rendergli qualche omaggio.
Distinti saluti
Autore:
Alessandro

SOTTOLINEIAMO CHE I DUE PANDA NON VOGLIONO I DOMICILIARI Nè FAMA Nè BAMBù
IN QUANTO AI FAVORI SESSUALI DI ARPIE RITARDATE DECLINANO CON GENTILEZZA

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22follelfo on gennaio 30, 2008 said:
23Anonimo on gennaio 31, 2008 said:
Ho capito adesso il finale del commento di frusno, gli animali in via d’estinzione non siamo noi o i panda, bensì C&AZOUZ
Chiedo venia per il malinteso e sottolineo che comunque F s’è confruso perchè Corona è ancora a piede libero nella realtà, è morto nel racconto e udite udite carabiniere in una fiction.
Casualmente passando da casa sua, non di Corona, al semaforo dell’artistico sulla destra, ho avuto un’illuminazione -sì, io ho visto cose che voi… – come un fulmine chiarificatore una rivelatrice visione…lui( non Corona diocane smettetela di pensare che io stia scrivendo di Corona) ha davvero una piantagione di cazzutissimo bambù: ebbene è lui (come chi?) lo 0,5 (non pensiate che io voglia dimezzare l’entusiasmo sincero del vecchio frusno, e menchemeno alludere al discordante parere del suo gemello cattivo riguardo le adozioni internazionali) per cento di quelli che vogliono ospitare Azouz!!
Credo anche che il suo giardiniere sappia quanto è duttile e flessibile il bambù, ormai lo sanno tutti

correzione terzo capoverso on novembre 24, 2009 said:
Arriva la fermata prestabilita, brusca come il mio tono nel mandare affanculo il bambino…
…penseranno sicuro che eravamo abbastanza semplicemente folli.
correzione penultimocapoverso sostituire con quest’ultimo il secondo
poco più sotto
folla furente in delirio

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31vijnanabhairava on gennaio 16, 2010 said:
Lo Spanda è una scuola sivaita nata nel IX sec in kashmire che adora il movimento, la forza in quanto vibrazione; in questo senso può essere intesa come la corrente futurista più antica mai esistita ed inoltre spiega perchè il Panda sia dopo il bradipo l’animale più statico dell’universo.

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32Schermaschera on gennaio 30, 2010 said:
Dopo una discussione, iniziata chissà come, riguardo l’origine del Panda, esasperato dall’odioso atteggiamento strafottente del mio fratello più grande, che insisteva cocciutamente a sostenere che il Panda, il mio peluche preferito, altro non era se non uno scherzo del giocattolaio che si era divertito a combinare un orsetto lavatore e un’orca assassina, preso da raptus omicida, brandendo l’orsetto in miniatura glielo tirai in testa con tanta violenza che, nonostante il mio intento fosse quello di staccare la testa di quello stronzetto supponente e saputello, sortii l’effetto contrario distruggendo il mio peloso compagno di giochi.
Purtroppo le lacrime mi inondarono gli occhi e non riuscii nemmeno a colpirlo con il secondo colpo sferrato rabbiosamente col corpo ancor più inerte in quanto decapitato.
La confusa zuffa che seguì fu forse la più violenta di sempre, probabile motivo per cui ancora nel ricordarla mi si contraggono i pugni dal nervoso e mi si annebbia la vista, e si concluse come sempre a favore suo, più grande di due soli anni aveva infatti un culone esagerato di cui si serviva dapprima per schiacciarmi e poi come artiglieria per soffocarmi del tutto.
Quando nostro padre, richiamato dalle mie urla e dai suoi roboanti boati,arrivò correndo con la faccia minacciosa che assumeva quando lo deludevamo, non riuscii a balbettare piagnucolando nient’altro che la solita frase infantile: “è stato lui”
Puntando il dito non facevo altro che ripetere che la colpa era solo sua e che lui aveva iniziato la zuffa. Conoscendo l’odio che mio padre provava per i violenti non potevo certo aspettarmi quel che seguì.
Muovendosi come se avesse totalmente perso la testa mio padre mi assestò un ceffone senza neppure istituire l’usuale processo che seguiva ogni discordia familiare.
Quando, ancora perplesso per come erano andate le cose e addolorato per la perdita del mio morbido amico, anni dopo gli chiesi perché avesse agito così, mio padre Gandhi rispose così:
“Per prima cosa per odiare la violenza è necessario averla provata, sia sulla propria che sull’altrui pelle; in secondo luogo pur non sapendo cosa fosse esattamente successo potevo ben immaginarlo:
o stavi mentendo nel affermare che era stato lui ad iniziare, commettendo così non solo una sciocchezza ma anche un’ingiustizia nei confronti di chi avrebbe ricevuto una punizione al posto tuo;
oppure dicevi il vero ed eri ugualmente colpevole di aver reagito alla provocazione; essendo io propenso a crederti mi adirai talmente tanto per il mio insuccesso nell’insegnarti la non violenza, che volli mostrarti le conseguenze di un suo più completo fallimento.”

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